“La foto è quello che c’è prima dello scatto. Come ho interagito con il soggetto, quanto lo conosco e lui conosce me. Il tempo che ho dedicato per farlo essere suo agio, in modo che sia se stesso. Il clic, è una conseguenza!”

Che Annie Liebovitz, icona della fotografia, lavorasse in questo modo, non mi ha molto sorpreso. È più o meno il modo in cui tantissimi, se non tutti i più grandi fotografi del reportage ma anche della moda, lavorano.

Come è possibile cogliere la vera essenza di una persona in fotografia, se il fotografo non la conosce per niente?

Più conosci una persona e più questa persona conosce te, maggiore sarà l’intesa, maggiore sarà la sua tranquillità nell’aprirsi con te e si riesce ad andare in profondità piuttosto che rimanere in superficie.

Sembra una cosa scontata per quanto è banale, ma non è così.

Infatti, quando ho sentito questa intervista ho subito pensato a cosa succede invece nella fotografia di matrimonio e a quanto si resti in superficie e si IMPROVVISI.

Infatti, fino al giorno del matrimonio il fotografo resta alla superficie con una coppia di sposi. Li ha visti si e no una volta! Non ha fatto nulla per conoscerli meglio o per metterli a loro agio davanti alla macchina fotografica.

Questa modalità così superficiale, non può fare altro che produrre foto superficiali, in cui gli sposi non si riconoscono.

Ci sarebbe tutto il tempo, 9/11 mesi, spesso anche di più. Ma non possono certo perdere tempo con te!

Ti ha promesso foto spontanee, che sarà invisibile e che userà la tecnica del reportage di matrimonio.

Ma non ti conosce, non può sapere come sarai quel giorno. Se sarai a tuo agio e spontaneo davanti alla sua macchina fotografica. IMPROVVISERÀ!

Nemmeno tu lo sai, come potrai reagire quel giorno a tanta pressione, tante emozioni e tante cose che MAI prima di allora hai affrontato.

Come potrai avere la certezza di essere spontaneo davanti alla macchina fotografica se per te è la prima volta che ti trovi in una situazione del genere.

Come sarebbe bello invece se il tuo fotografo, così come Annie Leibovitz, prima ancora di scattare ti avesse già messo a tuo agio, libero di esprime te stesso. Come sarebbe bello se tu già sapessi cosa succede e cosa fare quando hai davanti un fotografo che ti punta la sua macchina fotografica addosso.

Semplicemente avresti la sicurezza e la tranquillità del risultato finale. Sapresti che avrai veramente foto spontanee in cui sei te stesso, così come avevi desiderato e chiesto e che non verrai invece messo in posa o peggio rapito.

 

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P.S.: Abbiamo già scritto alcuni articolo di storie di sposi che parlino l’importanza di CREARE UNA RELAZIONE VERA tra gli sposi e il fotografo e di fare una PROVA FOTOGRAFICA prima del matrimonio.

Segui questi link per leggerli.

“Quanto sarebbe bello essere se stessi anche nelle situazioni di grande stress?”

“Al matrimonio con la bacchetta magica“

“Metteresti mai il tuo vestito da sposa senza averlo mai provato (e sistemato)?”

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